23.8 milioni di euro per Persona, Cultura e Pianeta. Al Fondo Ago allocati altri 23 milioni, per il completamento dei lavori di riqualificazione del complesso Ex Ospedale Sant’Agostino
La Fondazione di Modena ha deliberato nel 2021 erogazioni per 52 milioni e 668 mila euro, finanziando 212 progetti sul territorio. Al netto dei quasi 29 milioni dedicati ad Ago Modena Fabbriche Culturali (di cui oltre 27 per la riqualificazione architettonica), 23,8 milioni di euro sono stati distribuiti nelle aree strategiche di riferimento della Fondazione: Persona, Cultura e Pianeta. E’ quanto emerge dal Bilancio di Missione e di Esercizio 2021, approvato nei giorni scorsi dal Consiglio di Indirizzo della Fondazione.
Nello specifico, l’area Persona, con quasi 11,3 milioni di euro (comprensivi dei 3.4 milioni di euro destinati ai progetti nazionali Fondazione Con il Sud e Povertà Educativa), è quella che vede assegnate le maggiori risorse (il 47% circa) e sostenuto il più alto numero di progetti (88), seguita dall’area Cultura, con 81 progetti finanziati e un ammontare complessivo dei contributi assegnati di oltre 8,6 milioni di euro (pari al 36% circa di quanto deliberato). All’area Pianeta, che comprende sia le sfide più legate alla sostenibilità ambientale che quelle volte allo sviluppo di attività di ricerca e innovazione sul territorio, risultano assegnate poco meno del 17% delle risorse erogate, pari a 3.9 milioni di euro per 39 progetti in campo.
Il Bilancio 2021 contiene anche una prima sperimentazione di analisi del contributo di un campione di 20 progetti, selezionati tra i 212 sostenuti o promossi dalla Fondazione, rispetto ai 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile individuati nell’Agenda ONU 2030. Di seguito quelli più rilevanti in termini di contributi: ridurre le ineguaglianze e promuovere l’inclusione sociale; fornire un’educazione di qualità; incentivare una crescita economica duratura e inclusiva, un’occupazione produttiva e un lavoro dignitoso; rendere le aree urbane più inclusive, sicure e sostenibili; promuovere l’emancipazione e la parità di genere.
Nel Bilancio si informa anche del lavoro avviato nel 2021 con le fondazioni Cassa di Risparmio di Mirandola e di Vignola e la collaborazione della Provincia di Modena, che ha portato a inizio 2022 al lancio del bando ‘Italia Domani – Modena’ per sostenere gli enti locali nella finalizzazione di progetti da candidare ai bandi del PNRR, con una dotazione economica di 900mila euro.
Per quanto riguarda Ago Modena Fabbriche Culturali, che merita un capitolo a parte, ricordiamo che il 2021 è l’anno che ha visto l’avvio dei lavori per la riqualificazione del complesso Ex Ospedale Sant’Agostino, con un impegno economico di quasi 28 milioni di euro (27 milioni e 824mila euro). Un impegno che continua con lo stanziamento di altri 23 milioni e 300 mila euro allocati a bilancio, necessari a garantire il completamento dei lavori di riqualificazione dell’intero complesso.
Sempre sotto la voce Ago troviamo anche gli 810mila euro con cui la Fondazione di Modena ha finanziato la progettazione del secondo stralcio esecutivo della riqualificazione dell’ex Ospedale Estense, nella prospettiva di un grande complesso culturale che abbracci Largo Porta Sant’Agostino nella sua interezza.
Quanto ai risultati in ambito finanziario, la Fondazione di Modena ha confermato la sua capacità di affrontare le complessità non solo raggiungendo ma addirittura incrementando gli obiettivi previsionali prefissati, con un avanzo di esercizio di oltre 41 milioni di euro. Questo nonostante il contesto estremamente volatile che ha caratterizzato i mercati finanziari per l’intero anno 2021, non solo per le conseguenze economiche connesse alla pandemia da Covid-19 ma anche per le incertezze legate alle Banche centrali mondiali e le tensioni geopolitiche sfociate nell’attuale conflitto in Ucraina.
Il Bilancio 2021, oltre a certificare l’avanzo di esercizio di cui sopra, presenta un attivo di bilancio di quasi un miliardo di euro e un consolidamento del patrimonio ad oltre 817 milioni di euro. Dati, questi, che certificano l’importante livello di resilienza raggiunto dal portafoglio della Fondazione direttamente correlato alle politiche attuate nel corso degli ultimi anni, prima fra tutte la diversificazione del patrimonio che ha visto una netta riduzione della dipendenza dalla Banca Conferitaria.