Il 2 ottobre, a 180 anni dall’apertura, rinasce nel ricordo di "Mirella", un'artista di fama mondiale che ha dato prestigio alla sua città
Il Teatro Comunale di Modena riapre le porte al pubblico dopo un periodo di cinque mesi di chiusura della sala che ha reso possibile un imponente lavoro di ammodernamento della dotazione tecnica del palcoscenico e degli impianti. In questa importante occasione il Teatro vuole riaprire e rinascere, anche simbolicamente, nel ricordo di Mirella Freni, artista di fama mondiale che ha dato prestigio alla sua città e al Teatro Comunale. Il 2 ottobre, a 180 anni dalla sua apertura, verrà disvelata ufficialmente la nuova denominazione posta al di sopra dell’ingresso centrale dell’edificio. Realizzato nel 1841 dall’architetto Francesco Vandelli su commissione della “Illustrissima Comunità” cittadina, già intitolato a Luciano Pavarotti dopo la scomparsa del grande tenore nel 2007, il Teatro Comunale di Modena si chiamerà d’ora in poi “Pavarotti-Freni”.
Modena Città del Belcanto rende così omaggio a una protagonista indiscussa della lirica, che con le sue interpretazioni ha fatto la storia di questo genere nel corso di oltre cinquant’anni di carriera. Mirella Freni, o meglio ‘Mirella’ per amici e concittadini, era cittadina del mondo, a suo agio nei maggiori teatri, dal Metropolitan di New York al Covent Garden di Londra, dall’Opéra di Parigi al Bolshoi di Mosca, ma, come amava ripetere, era soprattutto una ‘modenese’. Il suo cuore e la sua casa sono sempre rimasti nella sua città, dove tornava per vivere con semplicità fra i suoi affetti. Sorella ‘di latte’ di Luciano Pavarotti, con il quale mantenne un rapporto indissolubile, legò il proprio percorso professionale e privato a Leone Magiera e Nicolai Ghiaurov, due artisti stimati nel mondo. Nell’ultimo periodo della sua attività musicale si è impegnata con passione, dedizione e successo all’insegnamento, formando allievi che hanno calcato i più importanti teatri. La sua presenza ha contribuito in maniera sostanziale a fare di Modena un punto di riferimento imprescindibile per l’opera e la sua tradizione.
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