L'Osservatorio migranti: il lavoro di cura è una delle poche opportunità offerte alle donne che giungono nel nostro Paese
Assistenza domiciliare e lavoro di cura, ristorazione, mediazione culturale, pulizie e filiera agroalimentare sono i principali settori di impiego delle donne migranti. E’ quanto emerge da una ricerca condotta dall’Osservatorio Migranti del CRID, il Centro di Ricerca interdipartimentale su discriminazioni e vulnerabilità dell’Università di Modena e Reggio. L’Osservatorio, finanziato dalla Fondazione di Modena e realizzato in collaborazione con Porta Aperta, Arci Modena, Cooperativa l’Angolo, CEIS e Caritas provinciale, si sviluppa attorno a quattro assi tematici: il lavoro, l’apprendimento della lingua italiana, il diritto alla casa e la qualità dell’accoglienza.
Il rapporto sulle condizioni lavorative delle donne migranti sottolinea la necessità di “snellire le procedure burocratiche per portare a una più rapida omologazione dei titoli di studio delle persone migranti”. In secondo luogo, la ricerca mette in evidenza come il lavoro di cura sia una delle poche opportunità offerte alle donne migranti che giungono nel nostro Paese, un tipo di attività non ancora riconosciuta socialmente, economicamente e giuridicamente.
“E’ prioritario – sostengono i ricercatori dell’Università – predisporre forme di tutela che sul territorio contrastino le recrudescenze delle nuove forme di asservimento, compresa qualsiasi forma di sfruttamento del lavoro in mancanza di retribuzione e pieni diritti. Occorre poi agire per la realizzazione di adeguate forme di conciliazione tra tempo lavorativo e tempo personale che consentano alle donne di accedere a corsi di formazione professionali”.