Il complesso rinnovato, vincitore del Bando PNRR promosso dal Miur, ospiterà fino a 55 studenti universitari, ricercatori e dottorandi
È pronto lo studentato universitario nato dalla riqualificazione della ex Caserma dei Carabinieri in Sant’Eufemia a Modena. Il complesso, costituito da 18 unità immobiliari, è risultato vincitore del Bando PNRR promosso dal Ministero dell’Università e della Ricerca e può ospitare fino a 55 studenti universitari, ricercatori e dottorandi fuori sede dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Il recupero della Caserma Sant’Eufemia è l’esito di un’operazione di sistema – per un investimento complessivo di oltre 8 milioni di euro – che ha visto il coinvolgimento di Fondazione di Modena, Comune di Modena e di Investire SGR (Gruppo Banca Finnat), gestore del Fondo Emilia Romagna Social Housing (FERSH), partecipato, tra gli altri, dal Fondo Investimenti per l’Abitare, gestito da CDP Real Asset sgr (Gruppo Cassa Depositi e Prestiti), dalla Fondazione di Modena, da Unicredit Spa e dalle principali fondazioni territoriali. L’impegno della Fondazione di Modena – oltre a quello economico di investitore del Fondo FERSH – è di locare dal Fondo stesso, proprietario dell’immobile, le ali sud ed ovest del piano terra della corte del complesso Sant’Eufemia, da destinare a servizi integrativi all’abitare finalizzati alla valorizzazione urbana dell’immobile e del quartiere. La struttura metterà a disposizione il 30% dei posti letto ad ERGO, l’azienda regionale per il diritto agli studi superiori, e il 70% dei posti letto a prezzi calmierati.
Operativo dal 2012, con una dotazione di circa 70 milioni di euro, FERSH è il principale veicolo a supporto dell’housing sociale nel territorio regionale. La convenzione sottoscritta tra il Fondo e il Comune di Modena, propedeutica all’attuazione urbanistico-edilizia del progetto, disciplina anche le tariffe di locazione calmierate: le unità immobiliari – distribuite su tre piani – sono completamente arredate e pronte all’uso, dotate di zona giorno con cucina, servizi igienici, camere singole e/o doppie e il corrispettivo massimo mensile di ciascun posto letto è 550 euro al mese per la camera singola e 330 euro per il posto letto in camera doppia.
Il progetto di recupero dell’immobile è stato curato da Tasca Studio Architetti Associati, mentre l’esecuzione dei lavori è stata affidata all’impresa AeC Costruzioni, condotti in linea con i criteri di responsabilità ambientale e sociale promossi da Investire SGR.
La gestione degli studenti è affidata a Camplus, primo operatore di student-housing in Italia. L’intervento rappresenta una risposta concreta e immediata alla crescente domanda abitativa temporanea, in particolare, da parte di studenti fuori sede che hanno scelto Modena per costruirsi un percorso di studio e di vita.
Forte l’impatto in termini di rigenerazione urbana, con la riqualificazione di circa 3.500 mq di superficie edificata, attraverso un’attenta operazione di recupero e risanamento conservativo volta a valorizzare le qualità architettoniche di un immobile sito nel centro storico di Modena, oggetto di vincolo da parte della Soprintendenza. Il restauro degli edifici ha riguardato il consolidamento dei solai esistenti e la realizzazione di nuove porzioni di solai, il risanamento delle strutture verticali e della copertura, la ristrutturazione completa degli alloggi (pavimenti, infissi, intonaci, impianti), l’installazione di due ascensori, la realizzazione di nuovi impianti idrosanitari, elettrico, videocitofono, tv-sat, climatizzazione estiva, centrale termica con impianti radiatori negli alloggi e ventilconvettori nelle aule studio.
La storia dello stabile, incastonato nel cuore di Modena, affonda le sue radici nell’XI secolo: l’edificio faceva parte dell’antico complesso del Monastero delle Benedettine, fondato dal vescovo Eriberto. Come molti altri in città, anche questo il monastero fu soppresso nel 1798 per ordine del governo napoleonico e i suoi spazi vennero adibiti a carcere e a usi militari nel 1830. Per volere di Francesco IV, l’edificio venne ristrutturato su progetto di Santo Cavani e convertito in “Caserma dei Dragoni Estensi”. Successivamente venne destinato a molteplici usi, fra i quali carcere maschile e femminile e Caserma dei Carabinieri sino al 2006, anno della completa dismissione dell’immobile.