Mercoledì 30 settembre un incontro di approfondimento a SpazioF con gli artefici del progetto promosso dal centro DHMoRe
Mercoledì 30 settembre, alle ore 11, SpazioF ospiterà un incontro di approfondimento sugli utilizzi culturali della realtà aumentata dal titolo ‘La Grandiosa Macchina’, con l’ingegnere Francesco Gherardini e con lo storico dell’arte Simone Sirocchi, entrambi afferenti all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.
Al centro del confronto ci sarà l’esperienza promossa dal Centro Interdipartimentale di ricerca sulle Digital Humanities di Unimore che ha portato il pubblico del festivalfilosofia, attraverso la realtà aumentata, a poter ammirare il gigantesco monumento equestre (alto oltre sette metri) del duca Francesco III, realizzato nel 1774 dallo scultore carrarese Giovanni Antonio Cybei per la piazza di Sant’Agostino e andato distrutto poco più di vent’anni dopo con i moti rivoluzionari.
“È un’idea che abbiamo sviluppato – spiega Simone Sirocchi – per cercare di restituire l’importanza della piazza di Sant’Agostino nella storia non solo urbanistica di Modena, ma anche del casato estense, almeno fin dal Seicento. Quel monumento equestre fu pensato e finanziato dalla Comunità proprio per quello spazio cittadino come ringraziamento per la politica assistenziale promossa del duca, che in quella piazza aveva voluto la costruzione di due imponenti edifici – il Grande Albergo dei Poveri (attuale Palazzo dei Musei) e l’ex-ospedale di Sant’Agostino”.
L’attività ha previsto tre fasi, in cui la storia, dell’arte e dell’urbanistica, si fonde con la tecnologia digitale in un binomio indissolubile: nella prima, preliminari ricerche documentarie e iconografiche (quali incisioni, dipinti, modelli preparatori e un frammento sopravvissuto della scultura) hanno permesso di ottenere dati su forme, dimensioni e collocamento del monumento; nella seconda, si è invece eseguita la ricostruzione digitale del monumento.
“È a questo punto – afferma Francesco Gherardini – che è stata avviata la ricostruzione 3D del modello preparatorio, fortunatamente ancora superstite, mediante fotogrammetria, tecnica che permette di ottenere modelli digitali mediante fotografie di manufatti reali. Questo primo modello è stato pazientemente integrato digitalmente nelle sue parti mancanti, grazie alle solide fonti storiche a supporto”.
L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sul sito della Fondazione di Modena.