Dal 22 febbraio al primo marzo, a Modena, Bologna, Cesena, Carpi e Spilamberto, 14 spettacoli, di cui tre prime assolute e sei prime nazionali
VIE, il festival di teatro, danza, musica e performance organizzato da Emilia Romagna Teatro Fondazione, con il sostegno della Fondazione di Modena, giunge quest’anno alla XV edizione, confermandosi come punto di riferimento della scena contemporanea internazionale. Da venerdì 22 febbraio fino a domenica 1 marzo a Modena, Bologna, Cesena, Carpi e, novità di quest’anno, anche Spilamberto, vanno in scena quattordici spettacoli, fra cui sette produzioni ERT, tre prime assolute e sei prime nazionali.
Tra gli eventi di maggior rilievo: il ritorno di Pascal Rambert con lo spettacolo d’apertura del Festival d’Avignone 2019, in cui dirige un brillante cast, composto dai protagonisti della scena francese; la prima volta in Italia di FC Bergman, collettivo fiammingo dal potente linguaggio visivo; le prime nazionali del nuovo lavoro di Frank Castorf, regista tedesco considerato un maestro del teatro contemporaneo e straordinario provocatore, e del primo testo teatrale del filosofo Slavoj Žižek, diretto dalla tedesca Angela Richter; la tappa italiana dell’originale progetto internazionale di Massimo Furlan e Claire de Ripaupierre, una versione semi-seria del noto format televisivo Eurovision, che vede in giuria Loredana Lipperini, Stefano Bonaga, Michela Murgia, Daniele Silvestri e Marino Sinibaldi.
Dall’America Latina arrivano l’uruguaiano Gabriel Calderón, uno dei maggiori talenti della nuova drammaturgia sudamericana, già ospite lo scorso anno a VIE e artista caro a ERT Fondazione, e il cileno Guillermo Calderón, che porta una testimonianza preziosa in un momento storico sicuramente delicato del suo paese. Daria Deflorian e Antonio Tagliarini mettono in scena un testo di Édouard Louis, giovane scrittore francese già conosciuto come un caso letterario contemporaneo; Luca Carboni e Gabriel Da Costa presentano un nuovo spettacolo, incentrato sull’errore e ispirato a una curiosa vicenda reale; il regista scozzese Matthew Lenton si misura con uno dei racconti più famosi di Kafka, La metamorfosi; il coreografo Virgilio Sieni dialoga in scena con il grande maestro della tradizione dei pupi palermitana Mimmo Cuticchio; il performer e coreografo italiano Marco D’Agostin torna a VIE con l’anteprima della sua ultima creazione. Non manca la musica con il concerto di Bassekou Kouyaté & Ngoni Ba, gruppo originario del Mali, e il live concert di Dewey Dell, compagnia nata a Cesena ma conosciuta e attiva in tutta Europa.
Il Festival sarà inaugurato, venerdì 21 febbraio al Teatro Storchi, da un dialogo tra il filoso Fernando Savater e lo storico Donald Sassoon. Tema della serata: Sweet Home Utopia. Dialogo tra Europa e democrazia, con letture curate e realizzate da Lino Guanciale.
Nella foto: una scena dello spettacolo di Pascal Rambert